Arriva il sabato e, come da rituale, si esce la sera a cena con gli amici o con la propria compagna.
Vi è sempre uno scambio di idee tra uomo e la di lui donna che seguono la domanda: “ Cosa facciamo sta sera?”
Tutto sommato, noi uomini, siamo degli esseri semplici. Una bella pizza, una birra formato famiglia, un caffè e siamo contenti. Dobbiamo tenere conto, però, della persona che ci sta accanto. A volte capita che la ragazza accetti la pietanza italica per eccellenza, vale a dire la pizza, ma molte altre volte esprime il suo voler continuamente andare alla ricerca di novità. “ No, la pizza sta sera non mi fa voglia! e poi mi gonfia!”. Ed ecco che dal magico e satanico strumento, quale il cellulare, si apre Trip Advisor accompagnato dalla voce stridula femminile che ti dice, con tono beffardo : “ dai, vediamo cosa c’è nei dintorni!”. E da questo momento si entra nella spirale di lettura di recensioni e commenti di ogni tipo di bar, ristorante, kebab e etnico che la Divina commedia a confronto risulta leggera come un depliant della Conad.
Ecco che però la lettura del “breviario” si interrompe per uscire ed andare a prendere, almeno qui al nord, il consueto aperitivo prima di cena. Con la speranza nel cuore e nella mente che, degustando un buon calice di vino, vengano dimenticati tutti i ristoranti più strani ed inquietanti che consiglia la rete, si pregusta già un: “ ma si dai, ormai è tardi, mangiamoci una pasta o una PIZZA!”.
Ahimè no. Lei non si dimentica. Mai. Nemmeno del Kebabbaro di periferia visto sulla pagina numero 3456 di Trip Advisor. Estrae dalla borsetta di Minnie il suo smartphone ultimo modello e ricomincia da capo a leggere recensioni, commenti e insulti di tutti i peggiori o migliori locali della zona.
Ad un tratto, dopo 7 prosecchi e 32 gingerini ( notare che lei deve ancora finire il primo calice di vino poiché immersa nella lettura del web) le si accendono gli occhi ed esclama: “ ANDIAMO AL SUSHI!!!!”.
Come molti sanno “Sushi” significa mangiare fino alla perdita dei sensi immersi in un aria leggermente stantia con odori che ricordano la spiaggia tra settembre e ottobre contornata da mille occhi a mandorla che ti fissano finché non hai ingerito anche l’ultimo chicco di riso.
“ Va bene, andiamo al Sushi”, e con tono mesto ci avviciniamo al locale.
Dopo 64 piatti da 16 pezzi ciascuno, pensando di aver finito e di poter finalmente rotolare fuori dal locale, lei, con gli occhi da cerbiatta ti guarda e mestamente dice: “ Prendiamo l’ultimo piatto?”. La risposta più semplice da parte nostra è :” Prendilo tu, sono già sazio!”. Detto ciò credi che, quale essere estremamente intelligente ,rinneghi l’idea dell’ultima portata e invece…No! arriva il piatto di 8 pezzi e, dopo averne mangiati con enorme sforzo due ti guarda nuovamente come Bambi guardò sua madre prima che morisse e ti dice: “ non ce la faccio più, li finisci tu??”. In quel momento ti verrebbe voglia di ordinare altri 62 Kg di sashimi e farglieli mangiare tutti, ma ti trattieni. Sapendo che in questi ristoranti ciò che viene avanzato lo paghi a parte e, perciò, non volendo pagare 10€ degli avanzi che poi verrebbero buttati, apri le fauci e “appoggi” sulla lingua un pezzo alla volta. Lascio immaginare lo sforzo sovrumano. Sarebbe come imbottire un cuscino già imbottito.
Usciti dal locale si fanno due passi prima di tornare alla macchina. I due passi dovrebbero diventare 22 Km per smaltire le 1500 portate ma tant’è.
Stremato dall’affaticamento digestivo, sali (rotoli) in auto, tanti di metterti la cintura con uno sforzo immenso, metti in moto, ingrani la retro e… “ Amore, buono questo sushi vero? Non mi è stato per nulla sullo stomaco!”
Cari amici ed amiche, meglio non rivelare i pensieri dopo tale affermazione. Vi auguro una bella giornata in assenza di Sushi.
A presto,
PG